domenica 19 dicembre 2010

4 storie...

Non voglio dimenticare alcune persone che ho conosciuto in questa esperienza ospedaliera nel reparto di geriatria, per cui voglio lasciare qui una nota su di loro e sulle prove che la vita ci costringe a sopportare per poi arrivare, inevitabilmente, alla fine...
Mia madre era in una stanza per 4 persone trasformata in stanza da 5, ove un armadietto per riporre le cose era stato diviso in due per poter servire un letto in più.
Si vivono esperienze di umanità toccante e si conoscono dei pezzi di vita che fanno intenerire il cuore e l'anima; vorresti salvare tutti, ma non puoi fare nulla...e ciò ti crea un senso di frustrazione disarmante.
Davanti al letto di mia madre c'è Elvira, uno scricciolo di 95 anni, anche lei con la polmonite, sorda, quasi cieca completamente, cardiopatica e diabetica, ma con una volontà ferrea e con tutte le sue forze rivolte alla guarigione; assistita durante tutto il giorno dalla figlia, arriva all'ultima notte prima della dimissione tranquilla, le tolgono persino il catetere e viene messa a dormire. Elvira ha paura di disturbare, di bagnare il letto: per questo trattiene la pipì senza farla neppure nel pannolone, sino a che si sente male e crede di morire. Tutto viene risolto con un nuovo catetere volante e fortunatamente il giorno dopo può tornare alla sua casa ed al suo gatto. Elvira è comunque una donna fortunata: è amata dalle figlie e può contare su di loro; la morte non la coglierà sola.
A fianco di Elvira c'è Norma: non ne conosco l'età, viene portata da una casa di riposo , non parla , non si muove, dorme a bocca aperta; il giorno successivo si riprende: le era stato dato da mangiare del cotechino che le aveva provocato una indigestione ed abbassamento di pressione con squilibrio dei parametri vitali. Norma ricomincia a parlare, benchè si faccia fatica a capire cosa dice, ma , per la sua malattia, che non conosco, non può alzarsi; Norma non si è mai sposata e c'è solo un nipote che viene a darle da mangiare a mezzogiorno e sera, lei non è in grado di alimentarsi da sola; è una donna imponente, con tanti capelli alti sulla testa che formano quasi una criniera da leonessa; quando sta meglio si guarda in giro e capisce di non essere più nel suo ambiente dove, pare di capire, vuole tornare, ed infatti dopo 8 giorni viene riportata nella casa di riposo.
I suoi giorni trascorreranno tutti uguali sino alla fine...senza amore intorno.
Accanto alla finesta sta Argentina: secca secca, lunga lunga, 98 anni, sorda ma pienamente autosuficiente e con una voce "argentina" in ogni senso: si arrabbia urlando con gli infermieri perchè le vogliono mettere il pannolone di notte (è più facile lasciarli per 6-7 ore con un pannolone piuttosto che essere chiamati perche vogliono la padella), dice che la padella se la mette da sola, che lei è capace....ma niente da fare, finisce con il pannolo e piano piano si abbandona all'inerzia, perde la sua verve e chiede alla nipote (anche lei non si è mai sposata e viveva da sola nella propria casa, prima di finire intossicata dai farmaci prescritti da un'altro ospedale e ricoverata qua per disintossicarsi) di trovarle un posto in una casa di riposo., non se la sente più di vivere sola. Lei vorrebbe andare nell'ospizio del suo paese, dove le sue amiche superstiti possono andare a trovarla, ma si trova 25esima in classifica e non ci sono speranze...neppure nelle case di Imola trova posto e viene quindi spostata nel reparto di lunga degenza, dove ne perdo le tracce...probabilmente sarà ancora lì a languire giorno per giorno...
L'ultima vicino a mia madre si chiama anche lei Norma, ha 86 anni, non si alza dal letto, parla ma non sempre è lucida: il secondo giorno di ricovero si chiede come mai tutte queste persone siano andate a casa sua; non che le dispiaccia, perchè la casa è grande, ma non capisce...Alla domanda: ma riconosci i tuoi mobili? lei dice certamente. E' la madre di un medico primario che lavora in un'altro reparto dello stesso ospedale: a darle da mangiare ci sono, però, spesso i volontari ospedalieri, il figlio qualche volta perchè, si giustifica (con sè stesso o ai nostri occhi?), lui lavora... (io ho usufruito di tutti i permessi disponibili e di mezze giornate di ferie, alternandomi con la badante, quando dovevo per forza andare al lavoro). Parla spesso con le infermiere, lei, che ha fatto per tutta la vita l'ostetrica e dice loro che sono angeli, le ringrazia per il bicchiere di acqua che le porgono...E' una donna sola, ha bisogno di affetto, vicinanza, glielo si legge negli occhi, ma lei non chiede, sopporta con pazienza tutto e resta immobile nel suo letto...Probabilmente anche lei verrà portata in lungo degenza...
4 donne, 4 vite vissute, l'attesa della morte, che, prima di brandirci, ci toglie anche ogni dignità.
Dov'è Dio?



5 commenti:

  1. Ti capisco, mia nonna (che è ancora giovane, ha 68 anni) spesso fa le notti in ospedale...ormai da tanti anni si occupa di queste persone anziane che devono passare dei lunghi periodi in ospedale, che hanno figli che "lavorano" e non possono occuparsi di loro, quindi prendono una badante...mi racconta tante di queste tristi storie...dev'essere davvero frustrante non poter fare niente...

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  2. Ti capisco sai, mia mamma è stata ricoverata 4 volte e ho conosciuto tante storie e tante persone che mi sono rimaste nel cuore...
    Dov'è Dio? è lì, in quei reparti, accanto a questi vecchi...
    Ciao e buona domenica sera!

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  3. io ho fatto l"infermiera e non ti dico tutto quello ke ho visto e ke mi e" caduto addosso in luglio,,,,sono esperienze ke ci fanno crescere guardare dentro io ci manderei un po" di ragazzi annoiati dalla vita negli ospedali....a vedere con i loro occhi la tristezza e la sofferenza che si vive in quei luoghi di dolore..........

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  4. ciao Mila ti auguro un sereno Natale unita alla tua famiglia.
    son passata a salutarti, il mio blog chiude per ferie natalizie!!!
    poi ci rileggiamo a gennaio!!!!
    ti mando un abbraccio , baci, ti auguro un sereno Natale e un felice 2011!!
    a presto!!! :)

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  5. forse non è periodo migliore ma credo che dio esiste anche in questi frangenti, mi rendo conto che non è bello quello che hai visto, quando sento dire vivremo fino a 120 anni mi chiedo se ha senso, bella però la tua riflessione proprio in questi giorni sarebbe bene ricordarsi di tutti, grazie

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